Il Bilancio del Comune di Sant’Onofrio è trasparente. Non in rosso.

Leggiamo sui giornali la replica del consigliere di minoranza al Comune di Sant’Onofrio Salvatore Bulzomì infarcita come al solito di affermazioni ancora da campagna elettorale. Probabilmente è già in pista per i prossimi appuntamenti, ma certo, anche in questa occasione, offre un modesto contributo alla vita politica e amministrativa santonofrese allorquando punta a preferire la denigrazione alla critica.

Parlare di “raggiro inaudito e offensivo” e additarlo agli attuali amministratori è oltremodo insopportabile oltre che ingeneroso, mentre continua imperterrito a proferire affermazioni prive di fondamento e fuori contesto, e nel  corso di questi due anni si è distinto per l’assenza in attività a favore della collettività e della comunità. Il ruolo di amministratore, anche se di minoranza, impone l’assunzione di responsabilità nel momento in cui bisogna assumere decisioni che incidono nella vita amministrativa attuale e futura.
Questa Amministrazione sta dimostrando, nei fatti, di assumersi fino in fondo le responsabilità che si richiedono. La stessa cosa non può dirsi per il consigliere Bulzomì, già vicesindaco alla Città di Vibo Valentia che, proprio nel corso di tale suo incarico, ha dovuto dichiarare il dissesto finanziario con tutto quello che ne è conseguito. Ora a Sant’Onofrio, nelle vesti di consigliere di minoranza, il consigliere Bulzomì si erge ad esperto inquisitore prendendo dal suo vocabolario di politico di lungo corso termini da competizione elettorale. Stia sereno e soprattutto non confonda le cose, non intorbidisca le acque.

Subito dopo le elezioni amministrative del 2016, la nuova Amministrazione si è dovuta prodigare per evitare lo scioglimento anticipato paventato dalla locale Prefettura perché non erano stati ancora approvati il bilancio dello stesso anno e nemmeno il rendiconto del 2015. Ricorda il consigliere Bulzomì che in quell’occasione egli ha votato contro, mentre la maggioranza, per senso di responsabilità, ha votato per l’approvazione nonostante i documenti contabili fossero quelli licenziati dalla precedente giunta comunale.
Ebbene, i problemi nell’approvazione del rendiconto 2015 e nella predisposizione del bilancio 2016 che la maggioranza si è trovata ad affrontare, derivano dall’applicazione del decreto legislativo 118 del 2011 che impone, a partire dal primo di gennaio del 2015, i bilanci armonizzati a tutti gli enti locali. Abbiamo cercato di spiegare ai cittadini, e continueremo ancora a farlo, cosa comporta la predisposizione di un documento contabile armonizzato, altro che raggiri offensivi. Offensivo è quello di lanciare accuse senza prove: ci dica quali sono state le “spese oltre ogni ragione” e riceverà come al solito pronta e provata risposta.
Dispiace poi dover replicare al giudizio del consigliere di minoranza Bulzomì che definisce “risibili le affermazioni del Sindaco” in merito alla situazione finanziaria. Ci spieghi in che cosa hanno portato ilarità e hanno ispirato il suo sorriso. Ride forse delle criticità che sono state portate all’attenzione dei cittadini o si bea delle difficoltà che questa Amministrazione quotidianamente sta affrontando, mentre lui si interroga, si indigna, sorride e scrive comunicati stampa. Rilegga l’articolo di stampa nel quale compare il suo pensiero e noterà che nella prima parte dell’articolo si evidenziano cifre indisponibili per l’Ente, in forza dell’armonizzazione del bilancio, che corrispondono ai risparmi conseguiti. Nel caso in cui necessitino ulteriori chiarimenti e per rispondere alle sue certe interrogazioni c’è sempre il Consiglio Comunale già convocato. Nel frattempo è necessario ribadire che questa Amministrazione è impegnata in un processo di razionalizzazione che sta portando buoni risultati (vedi gli obiettivi della raccolta differenziata) nonché a sopperire alle tante criticità che giornalmente si presentano, ma ancora di più è impegnata a evitare le conseguenze di un futuro dissesto finanziario che nessun Comune oggigiorno può escludere ma che per ora non è in vista, nonostante i nefasti presagi di alcuni che certamente non hanno a cuore “il bene del paese”.

Chiariamo ancora una volta la questione eccedenze, repetita iuvant. Sei unità di personale su 23 in forza negli uffici comunali dimostrano di avere alla data di dicembre 2016 i requisiti per andare in pensione sulla base di criteri che, per legge, consentono di superare il blocco imposto per motivi di bilancio pubblico. Queste sei unità in caso diverso avrebbero dovuto attendere dai quattro ai sei anni ancora per accedere alla pensione. Questa Amministrazione, prima ancora che i risparmi realizzati, bene ha fatto a permettere a sei lavoratori di poter andare in pensione usufruendo di una possibilità anche vantaggiosa, sopportando la condizione di rinunciare alle stesse posizioni nella dotazione organica. Anche se con notevoli sacrifici, tutti i servizi comunali sono stati erogati anche nel 2017 a riprova che la scelta effettuata non ha inciso negativamente, mentre i risparmi conseguiti hanno permesso di poter chiudere il rendiconto dello stesso anno. Il ricambio del personale avverrà nelle forme di legge e a nessuno saranno precluse possibilità di accesso, siano essi santonofresi che cittadini provenienti dall’esterno. Il consigliere Bulzomì continua ad istillare nei suoi proclami frasi che potrebbero apparire velatamente clientelari. Questa Amministrazione continuerà a perseguire nelle scelte che incidono positivamente per la collettività.
Quanto ai posti che si stanno andando a ricoprire, questa Amministrazione ha pubblicato degli avvisi di selezione senza andare a verificare se ci fossero o meno candidati dello stesso Comune, ma con l’obiettivo di garantire servizi essenziali per la vita amministrativa dell’Ente. Il consigliere Bulzomì invece insiste su questa linea di pensiero quale moderno seminatore di zizzania, volendo quasi far credere che si possano scegliere in libertà le unità da assumere e quindi poterle scegliere tra i compaesani. Il bene dell’Ente si realizza se vengono selezionate professionalità motivate e con competenze e capacità idonee, non già in base al certificato anagrafico che non può mai essere un requisito selettivo.

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