Sono a tutti palesi le criticità
connesse alla gestione dei rifiuti urbani in ambito regionale. Il cittadino
constata con una certa ciclicità la permanenza dei rifiuti nei centri abitati
per un tempo superiore al normale ritiro per il successivo inoltro in
“discarica”. Questo è il primo problema avvertito e sofferto che ha origine
principalmente nelle problematiche relative agli impianti di trattamento e di
smaltimento. Questi ultimi, le “discariche”, sono ormai al collasso, a fronte
di un ritardo cronico nel voler cambiare modalità di gestione dei rifiuti, e
assurgono agli onori della cronica per le giuste proteste di quei cittadini che
si trovano a vivere ad una distanza dal sito di smaltimento inferiore ai giusti
limiti di vivibilità.
Ancora oggi il ciclo di gestione
dei rifiuti in Calabria soffre della difficoltà a far fronte alle emergenze che
porta spesso a dover assumere decisioni che pesano in misura determinante nelle
tasche dei cittadini. Infatti, si producono troppi rifiuti e la loro
differenziazione per tipologie è ancora troppo bassa. Questo comporta una
produzione di rifiuti indifferenziati elevata, che richiede oneri di trasporto
e di trattamento proporzionalmente alti, nonché induce a dover ricorrere a
conferimenti anche fuori regione.
A questo si aggiunge una scarsa
sensibilità di cittadini che abbandonano i rifiuti per le strade, che non trova
giustificazione alcuna nelle criticità nel sistema di raccolta, e delle
purtroppo numerose discariche abusive che si intravedono nei luoghi meno
frequentati del nostro territorio. Questi ultimi sono problemi che non si
risolvono con i sistemi di controllo e sorveglianza, seppure siano necessari,
ma con una proposta organizzativa che annulli tutti i possibili alibi,
unitamente a punizioni esemplari.
Già oggi, i cittadini devono
sapere che non è possibile scaricare i rifiuti indifferenziati direttamente in
discarica senza subire un trattamento di selezione in idonei impianti. Questo
va rimarcato per sfatare un luogo comune molto diffuso che porta a ritenere che
in discarica finiscano tuti i rifiuti tal quali. Quello che invece non viene
tenuto nella giusta considerazione sono i costi di trattamento e smaltimento
che sono proporzionali ai quantitativi conferiti con tariffe a tonnellata via
via più alte in base alla minore percentuale di differenziazione dei rifiuti
prodotti. Pertanto risulta dannoso per le tasche dei cittadini conferire nella
frazione indifferenziata quantità di rifiuti che potrebbero essere avviati ad
altro ritiro che potrebbe avvenire in molti casi a costo zero.
Per un comune con meno di 5000
abitanti è possibile avere una idea di come cambia la tariffa al variare della
metodologia di gestione dei rifiuti facendo riferimento al rapporto rifiuti
2015 (ISPRA), riferito all’anno 2014. Nella seguente tabella vengono riportati
i costi totali pro capite (€/ab per anno) del ciclo integrato in base agli
obbiettivi di raccolta differenziata, ipotizzando diverse modalità di gestione
dei materiali raccolti.
Comuni con classe di popolazione
minore di 5000 abitanti
|
Percentuale di gestione
|
Costo totale procapite (€/ab per anno)
|
Discarica
%
|
Incenerimento %
|
Trattamento Meccanico-Biologico
%
|
Altra forma di
gestione%
|
Scenario 1
|
20%<RD< 40%
|
44,6
|
27,6
|
13,9
|
13,9
|
143,07
|
Scenario 2
|
40%<RD<60%
|
32,2
|
15,6
|
36,2
|
16,0
|
133,96
|
Scenario 3
|
RD > 60%
|
30,1
|
8,2
|
48,1
|
13,6
|
115,93
|
Si può notare che tanto maggiore
è la quantità di rifiuti differenziati tanto minori sono i conferimenti in discarica e i costi totali
per abitante.
Finalmente la Regione Calabria,
con l’approvazione a dicembre scorso del Piano Regionale per la Gestione dei
Rifiuti, si è dotata di una strategia moderna e di un piano d’azione coerente e
concreto nel quale vengono indicate chiaramente le cose da fare e chi le deve
fare. L’implementazione del Piano regionale è imprescindibile sia per
conseguire importanti obiettivi ambientali e di decoro dei nostri contesti
territoriali, sia per evitare le pesanti sanzioni previste per quelle comunità
che non adottino sistemi di gestione dei rifiuti adeguati.
Nel contesto regionale, sulla
base degli obiettivi della suddetta pianificazione, si punterà a destinare allo
smaltimento in discarica, quale opzione residuale a valle dei trattamenti di
recupero e di riciclo, una quantità di rifiuto urbano inferiore al 20%. E’ in
questo punto che si concretizza l’espressione “obiettivo zero discariche”.
L’obiettivo “zero discariche” verrà quindi perseguito nella pianificazione di
settore attraverso il ricorso alla discarica come opzione residuale con una
drastica riduzione degli smaltimenti, che riguarderanno solo le frazioni non
riciclabili, a valle dei trattamenti di recupero/riciclo dei rifiuti urbani.
Il Piano regionale cambia
completamente l’approccio nella gestione dei rifiuti. Infatti, viene declinata
la gerarchia delle operazioni di gestione dei rifiuti:
1. Prevenzione: misure finalizzate alla
riduzione nella produzione di rifiuti o a facilitare il recupero/riutilizzo di
materiali da mettere in atto nelle fasi produttive e commerciali dei beni di
consumo;
2. Preparazione
per il Riutilizzo: azioni e
strumenti messi in campo per massimizzare una ottimale separazione delle
diverse tipologie di rifiuto urbano da avviare alle successive fasi di
riutilizzo;
3. Riciclaggio: misure e impianti
finalizzati a favorire al massimo la riammissione in ciclo dei materiali
recuperati;
4. Recupero: misure e impianti impostati
per consentire il recupero delle materie prime seconde provenienti dai rifiuti
urbani per la produzione di nuovi prodotti e/o di energia;
5. Smaltimento: contempla la fase finale
per tutto ciò che non potrà essere riciclato o recuperato e quindi avviato in
discarica.
Sulla base delle suddette
priorità, il nuovo Piano regionale rispetto al passato fissa, tra gli altri, i
seguenti obiettivi che sono in linea con quanto previsto a livello europeo:
·
Recupero di almeno il 50% dei materiali
provenienti dai rifiuti domestici entro il 2020 (riutilizzo, riciclaggio e
recupero di: carta, metalli, plastica, legno, vetro, organico);
·
incremento del recupero della frazione organica
per la produzione di compost di qualità;
·
recupero energetico delle frazioni di rifiuto
per le quali non è possibile alcun recupero di materia;
·
minimizzazione dello smaltimento, a partire dal
conferimento in discarica, ridotto al 20%;
·
raggiungimento del 65% di raccolta differenziata
entro il 2020.
Per conseguire i suddetti
obiettivi il Piano regionale ha previsto per i diversi contesti territoriali
gli interventi necessari in termini di investimenti e ha individuato per la
gestione del ciclo dei rifiuti cinque Comunità di Ambito costituite dai Comuni
delle rispettive province e rappresentate dai relativi Sindaci.
Tra gli investimenti previsti vi
è un consistente intervento per finanziare un rafforzamento della raccolta
differenziata dei rifiuti. È già stato attivato un bando per i comuni con più
di 5000 abitanti e sta per essere pubblicato quello per i comuni più piccoli.
La finalità è quella di sostenere nuovi investimenti atti a migliorare e
accrescere la raccolta differenziata che sarà successivamente avviata al
riciclo-recupero.
Sono altresì previsti
investimenti in nuove soluzioni impiantistiche sia di ammodernamento e
potenziamento di quelli esistenti sia di nuovi.
In particolare per l’ATO 4 di
Vibo Valentia è prevista la realizzazione di una Piattaforma di recupero spinto
MPS dai Rifiuti urbani residui (indifferenziata), per la valorizzazione della
frazione di Rifiuti Differenziati secca, per il compostaggio anaerobico. Allo
scopo sono stati stanziati ben 45 milioni di euro a valere sul Patto per la
Calabria rifiuti CIPE 160/2016.
La Piattaforma di recupero spinto MPS ha la seguente
composizione:
1.
Linea REMAT di recupero delle frazioni riciclabili contenute nei Rifiuti Urbani
indifferenziati;
2.
Linea REMAT per la gestione del multi-materiale da raccolta differenziata;
3.
Linea di valorizzazione degli imballaggi cellulosici operante in convenzione
con i Comuni e con COMIECO;
4.
Linea di valorizzazione del legno da RD, convenzionata con RILEGNO;
5.
Piattaforma di gestione del vetro;
6.
Linea di trattamento anaerobico della FORSU e della raccolta del verde pubblico
(RV) con produzione di biogas e upgrading a biometano, e produzione di un
ammendante compostato misto di qualità.
L’impianto previsto per Vibo
Valentia dovrebbe essere simile a quello di Oslo, gestito dalla ROAF, che è
quello più recente in termini di realizzazione e rappresenta attualmente
l’avanguardia tecnologica dello stato dell’arte più evoluto di impianti di
recupero di materie da Rifiuti Urbani indifferenziati.